Secondo un’antica tradizione agraria, nell’orto sarebbe bene seminare alcune fave all’interno delle altre colture poiché questo legume, oltre ad arricchire il terreno di azoto, attirerebbe su di sé tutti i parassiti, che di conseguenza non infesterebbero gli altri ortaggi.
Al contrario c’è una piccola curiosità su questo ortaggio che personalmente amo molto. Mi riferisco all’ idiosincrasia di Pitagora ( estesa anche ai suoi allievi! ) : non solo si guardavano bene dal mangiarne, ma evitavano accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone (di Crotone), preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo attraverso un campo di fave. Stando ad una credenza popolare diffusa in Italia, se si trova un baccello contenente sette semi si avrà un periodo di grande fortuna.
– 300 gr. di tagliatelle ( meglio se di pasta fresca )
– 100 gr. di fave ( peso netto )
– 4 cosce di coniglio
– 500 gr. di pomodoro
– 240 gr. di panna ( o versione che preferisco e piu leggera acqua di cottura delle fave )
– 80 gr. d’ olio evo
– 1/2 bicchiere di vino bianco secco
– basilico
– sale e pepe q.b.
L’ha ribloggato su Padella in Tavolae ha commentato:
A proposito del mio Focus del mese di Maggio, Vi ripropongo una mia ricetta sempre legata alla mia infanzia. Mi rendo conto che parrebbe che io non abbia fatto altro che mangiare nella mia vita ma solo perché è così ☺️ Nell’Italia del sud, stare a tavola, ospitare qualcuno nella propria tavola è gesto di grande accoglienza. La Cordialità dalle mie parti si dimostra a bocca piena. Enjoy.